I bias cognitivi sono delle distorsioni nella valutazione di fatti e avvenimenti che spingono le persone a prendere decisioni sulla base di una propria visione soggettiva che non corrisponde fedelmente alla realtà e non è corroborata dai dati.
Uno di questi bias è rappresentato dal “paradosso del compleanno” secondo il quale si tende a sottostimare la probabilità che, all’interno di un gruppo, almeno due persone compiano gli anni lo stesso giorno. Con 365 giorni in un anno solare – se si esclude il bisestile – non ci sembra possibile che in un gruppo di 23 persone la probabilità che due di queste condividano il compleanno è superiore al 50%, e che ne bastano 57 per una probabilità del 99,99%.

Il paradosso è strano e controintuitivo, ed è solo un “paradosso” perché il nostro cervello – che crede di essere abbastanza ferrato in matematica e statistica – in realtà sottovaluta il potere del calcolo esponenziale. Ci aspettiamo che le probabilità siano lineari e ci viene naturale pensare alla probabilità come il rapporto tra 23 (persone) su 365 (giorni), pari al 6,3%. Inoltre consideriamo solo gli scenari in cui siamo coinvolti in prima persona – focalizzandoci ad esempio solo sul nostro compleanno – con la conseguenza di arrivare a conclusioni affrettate basate su presupposti errati.
Questo paradosso è stato applicato nell’ambito della crittografia, ma può trovare spazio anche nel marketing, ed in particolare nella progettazione di campagne promozionali – si pensi ad esempio al mondo del retail – in cui i primi che aderiscono ottengono un beneficio (uno sconto, un premio, etc). Ovviamente considerando il traffico incrementale generato ed il punto di pareggio in funzione del beneficio previsto.
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