Quante volte prendiamo decisioni affidandoci all’intuizione, facendo ragionamenti imperfetti perché quella stessa intuizione in altre occasioni si è rivelata corretta, oppure aggrappandoci a dei segnali che crediamo siano la conferma della bontà di quello che stiamo pensando.
Un esempio di questi bias cognitivi è rappresentato dal “paradosso di Monty Hall”, che – come nel caso del paradosso del compleanno – è tale in quanto la soluzione, pur non generando contraddizioni logiche, può sembrare controintuitiva rispetto a quanto dimostrato dal calcolo delle probabilità.
Il nome è legato al gioco a premi statunitense “Let’s make a deal” e lo schema di base è il seguente: partecipi ad un game show e ti vengono presentate tre porte chiuse. Dietro una delle porte c’è un premio e dietro le altre due porte non c’è niente. Ti viene chiesto di scegliere una porta. Dopo averlo fatto, il conduttore del game show (Monty) apre una delle altre due porte per rivelare che è vuota. A questo punto ti viene data la possibilità di rimanere con la porta che hai inizialmente selezionato o cambiare la tua selezione sull’altra porta non aperta.
La maggior parte delle persone – anche per me inizialmente è stato così – dirà intuitivamente di no: ci sono due porte rimaste e il premio ha la stessa probabilità di essere dietro una delle due porte, quindi la probabilità è 50/50: cambiare o restare non fa differenza per le probabilità di vincere il premio.
Invece il calcolo delle probabilità ci dice che cambiare è statisticamente la scelta migliore (p = 2/3) rispetto a non cambiare (p =1/3). Potete provarlo empiricamente anche con tre carte (ad esempio con l’asso di denari vincente) e giocare un tot numero di mani segnando quante volte cambiare si rileva vincente. Io l’ho fatto con un semplice algoritmo in R: giocando 100.000 mani la probabilità di vincere cambiando si attesta al 66,7%.

Nonostante la conoscenza della soluzione razionale dimostrata matematicamente, il problema di Monty Hall spiazza comunque molte persone, che continuano a pensare di mantenere la scelta iniziale.
La maggior parte di noi tende ad essere molto fiduciosa nelle proprie valutazioni e scelte. Ma il problema è che i bias cognitivi confondono il nostro processo decisionale. Dipendiamo troppo da giudizi intuitivi e automatici e anche quando cerchiamo di usare la ragione, la nostra logica è spesso pigra o imperfetta.
Alla base di questo comportamento c’è la propensione a cercare la chiusura invece di esplorare il rischio e le incertezze: è molto più facile. Questo restringe il nostro pensiero su cosa potrebbe accadere se facessimo una diversa scelta.
Invece, imparando a individuare quali bias tendono a farci inciampare e usando alcune tecniche e strumenti per superarli in astuzia, possiamo ampliare il nostro pensiero e fare scelte migliori.